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New York. Again. Questa volta per un week end lungo del tipo vado, faccio colazione da Tiffany e torno... ^_^  Insomma una quattro giorni in una delle mie città preferite capitata inaspettatamente ma pianificata minuziosamente cercando di infilarci tutto quello che potevo... quindi, sotto ancora i postumi del fuso orario, preparatevi al mio racconto con spunti enogastronomici della grande mela!

Avendo già visto NYC e avendo già spuntato le cose del tipo: "fammi-vedere-i-fondamentali-che-non-so-se-ci-torno", ho voluto provare cose insolite e alternative e in primis la location dell'albergo: niente Manhattan ma il Queens a cui dedico la foto "di copertina"! Queens nuova stella nascente dei borought newyorkesi dopo la rinascita ormai più che consolidata di Brooklyn, ed in particolare la sua zona più quotata Long Island City che si dice sia da mesi nel mirino dei più lungimiranti speculatori edilizi di cui già si vedono i primi risultati.  Nuove e curate costruzioni spuntano affianco a capannoni industriali a volte fatiscenti e camminando per le strade si respira in pieno la doppia anima che hanno un pò tutti i quartieri periferici delle grandi città che si accingono a diventare le nuove oasi residenziali: strade vissute, pochi negozi e la maggior parte bruttarelli, ma vedi la gente vera quella che abita e vive in città, i bambini che tornano da scuola. Numerosi  sono i cantieri all'opera proprio sulla sponda dell'Hudson dove si intravedono i primi grattacieli di fronte a Manhattan. E come dargli torto? ad una sola fermata di metro o cinque minuti di traghetto si gode di una vista impagabile dello skyline di Manhattan e lo Z Hotel , inaugurato da pochissimi mesi, ha colto al volo l'occasione costruendo ex novo una struttura di design che conta cento camere tutte con vista skyline. Con delle vetrate cielo terra nella nostra camera all'undicesimo piano di notte sembrava di dormire in una cartolina e la vista mozzafiato ci ha fatto dimenticare qualche piccola pecca qua e là...

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La prima sera per cena ho subito rischiato che Giò mi uccidesse poichè il ristorante in cui l'ho portato, lo Zen Palate,  è sì un fantastico ristorante come da recenzioni...peccato però che mi ero persa il particolare che è vegetariano!...a mia unica discolpa posso solo dire che il cibo era eccellente ed alla fine anche Giò, che si è preso un piatto Tex Mex (crepe di spinaci ripiene di fagioli con guacamole e carote) non ha bofonchiato più di tanto...e si è saziato ^_^. Io da parte mia posso solo dire che la mia insalata di Tofu grigliato era deliziosa.  Dopo questa cena luculiana e un pisolo sulle panchine da bravi barboni, ci siamo goduti lo spettacolo di Manhattan di notte dal Top of the Rock. La vista a mezzanotte è davvero magica ti sembra di aleggiare sulla città di cui si distinguono appena i rumori in sottofondo e i grattacieli ti sembrano così vicini che hai l'impressione che allungando un braccio li puoi persino toccare...non vorresti mai venire via, ci metteresti un'amaca e ti verrebbe da dormirci.

Altro giorno, altro giro! essendo Sabato da bravi newyorker come si deve non abbiamo non potuto fare shopping... e quindi ci siamo fatti venire i crampi alle gambe per girare la zona più trendy (e anche molto meno turistiche) per lo shopping diciamo i quartieri tra Nolita e NoHo qui si trovano tutti i negozi che ci sono anche sulla 5th avenue ma senza code e orde di turisti, forse con il solo difetto di avere qualche cosa in meno come assortimento... ma a volte con qualche saldo o occasione in più... Ma la mia shopping-folgorazione è stato Crate and Barrel praticamente il giardino dell'eden per chi come me ama cucinare e adora tutto ciò che ruota attorno alla cucina ed alla casa...in pratica giravo come una ebete additando tutto quello che vedevo...alla fine sapendo che mi sarei dovuta portare ciò che acquistavo in giro per mezza Manhattan ho limitato i danni a qualche piattino per il sushi o poco più.... sig! Per tornare sul gastronomico, a pranzo ci siamo fermati sulla 6th avenue da Gray's Papaya per assaporare i migliori e soprattutto i più famosi hot dog della città. Devo dire che la fama è ben meritata perchè sono delicati e di buona qualità e la stessa salsa ketchup è davvero buona e non sembra industriale ma homemade. però non aspettatevi un gran locale...anzi! vi posso solo dire che se non avessi saputo che è così famoso non mi sarei azzardata a mangiare un bel nulla...  Comunque mi sono mangiata un solo hot dog nella speranza di farmi un dolcino da Jeffrey's Grogery non tanto lontano da lì. E' un Bar-Bistrot di cui avevo letto cose notevoli sui muffin "Cioccolate Coffe Cake" ma disgraziatamente mi sono dovuta accontentare di un caffè e basta perchè il sabato ho scoperto che  non fanno caffetteria e quindi niente "cake"...Ho provato a rifarmi un pò più in là andando a cercare la iper famosa Magnolia Backery,  ma sono stata scoraggiata dalla fila lunghissima e anche dall'aspetto per me poco invitante dei suoi dolci... avevano un non so che di artificiale e  poco invitante...poi quando in una pasticceria si mettono a vendere le magliette...mah! In ogni caso vi dò una dritta: se proprio volete provare i loro dolci e non volete fare fila, ho scoperto per caso che sotto a Grand Central Station c'è una loro location tra l'altro molto carina e più invitante dello stesso negozio... ^_^
A pancia vuota (di dolci) ci siamo andati a fare una piacevole e rilassantissima passeggiata su per High Line Park in pratica uno dei pochissimi giradini sopraelevati al mondo. La vecchia linea soprelevata della metro in disuso, che correva lungo la 10th avenue nella zona del Meatpacking district, è stata non da tanto riconvertita in un giardino pensile con al posto dei binari un sentiero costellato di sedute per riposarsi o godersi il panorama. Qui mi sono rifatta con ben due ghiaccioli in due punti diversi. Il primo alla susina da People's Pops che è davvero da provare: più che un ghiacciolo è stata una esperienza di frutta compressa e congelata su uno stecco....una delizia. L'altro da La Newyorkina  era invece molto buono ma un vero e proprio ghiacciolo.

Come si sà NYC è sempre all'avanguardia in tutto e anche nell'alimentazione già si respira un altro mood molto più salutista, attento alla qualità, alle stagioni e rispettoso dell'ambiente e quindi niente di più normale di vedere popolarsi sempre di più la mappa dei Greenmarket (mercati ortofrutticoli) gestiti in collaborazione  tra associazioni no profit come  GrownNYC e i produttori locali. Il mercato più famoso è in assoluto quello di Union Square che disgraziatamente abbiamo potuto vedere  solo di sfuggita essendo arrivati nel tardo pomeriggio quando ormai i primi banchi iniziavano a sbaraccare...peccato! ma me lo segno per la prossima volta ^_^ . Ormai distrutti e con i piedi "a frittella" abbiamo deambulato tipo zombie verso la nostra cena al Momofuku Noodle Bar il più accessibile delle creature di David Chang visto che per il pluristellato Momofuku Ko è praticamente impossibile prenotare (le prenotazioni si accettano solo online e i 12 coperti vengono resi disponibili alle 10 di ogni mattina e in pochissimi minuti sono presi). Il Momofuku Noodle Bar è proprio come me lo aspettavo: sobrio ed elegante nell'arredo, frequentato da newyorkesi piacevoli e alla moda ma tranquilli, un bel posto in cui ti senti a tuo agio. Siamo stati fortunati per una manciata di minuti non abbiamo fatto una coda infinita e ci siamo appollaiati quasi subito al banco bar per consumare la nostra cena.  Io ho ordinato i Chilled spicy Noodle (davvero hooooot ma gustosti nel contrasto!) che si è mangiato Giò, ma invece mi sono mangiata invece i Ramen in brodo con carne di maiale che aveva ordinato Giò. ^_^  Per antipasto ci siamo divisi una specie di sandwich di gamberi fritti anche questo ottimo, direi che la qualità è innegabile.

Dopo il "solito" splendido panorama notturno dalla camera dell'albergo ci siamo svegliati per un nuovo giorno e che giorno: 11 settembre 2011 ovvero decimo anniversario dell'attentato al WTC. Pur non avendo partecipato direttamente alla celebrazione l'emozione si percepiva nell'aria ovunque in città e dappertutto spuntavano bandierine americane. La mattina dovendoci trasferire dal Queens a Brooklyn anche per evitare i blocchi per la cerimonia di commemorazione,  ci siamo spostati in traghetto e così ci siamo goduti una piacevole gita in barca ammirando Manhattan da una visuale tutta nuova. Unico spunto gastronomico della giornata degno di nota è la puntata sulla 86th da Two Little Red Hens per gustare il suo "Brooklyn Blackout" capecake ovvero un concentrato di cioccolato...ma avrei voluto provare anche la loro Red Velvet... purtroppo essendo ormai pomeriggio inoltrato quasi tutti i cupcake erano finiti ma da veri golosastri essendoci una mini torta "Brookyn Blackout" ci siamo presi quella...metà sbafata sul posto... e metà incartata e sbafata la sera in albergo... ^_^  La torta era davvero buona soprattutto se tenuta a temperatura ambiente per un pò, nonostante le quantità mangiate non è risultata pesante anche se molto cioccolatosa e la farcitura aveva una consistenza cremosissima mentre il pan di spagna era soffice e umido.

L'ultima cena sarebbe dovuta essere a Brooklyn da Peter Luger in quella che sembrerebbe la migliore steakhouse della città tant'è che per essere certi di trovare posto bisogna prenotare fino ad un mese prima... e così avevo fatto!...ma, causa rottura del treno della metro su cui eravamo (grrrrr!!!) non siamo riusciti ad arrivare in tempo per provate questa famosa carne... mbè vorrà dire che è un altro motivo per tornare a New York ancora una volta ^_^ . Al suo posto però siamo andati in quello che molti hanno definito uno dei migliori ristoranti cinese di New York...sicuramente è il più ben frequentato e forse costoso... si tratta del Philippe. Qui contrariamente a quanto ci si possa aspettare la cucina spazia dai cibi tipicamente cinesi, e quindi da gusti intensi e cotture fritte, ad un modello di cucina molto più salutare con piatti di carne e verdure cotti al vapore come da cucina cinese tradizionale. Tutto molto buono anche se il menù è un pochino difficoltoso da capire (sarà stata la fame o la stanchezza?) e un appunto al pasticciere: cambia lavoro!!! Alla fine della cena mi sono fatta tentare da una Red Velvet, visto che non avevo potuto addentarla in precedenza, e orrore! Pan di spagna piuttosto secchino che il cacao non l'ha visto nemmeno di striscio ma solo il colorante alimentare,  inoltre la crema di farcitura era praticamente formaggio tipo del philadelphia ancora più formaggioso e assolutmente non arioso, ma così compatto che si faceva persino fatica a tagliare il dolce con la forchetta. Ne ho lasciato la metà perchè talmente pesante che dopo un pò nauseva ed era davvero poco invitante. :(