joie de vivre bistro, milano, ristorante

L'altra sera ho passato una bella serata in un ristorante di Milano aperto pochi mesi fa e ve lo voglio raccontare...

Il ristorante si chiama Joie de Vivre Bistrot ma del Bistrot non ha nulla, se non un richiamo nell'arredo. La cucina è italiana, italianissima anzi mediterranea che spazia dal sugo alla trapanese alle orecchiette pugliesi... In effetti gliel'ho detto al Patron (Antonio Sinesi) che il nome trae in inganno, ma lui ha fatto spallucce, dice che lo sà ma che gli piace così, che sin da piccolo ha avuto le sue idee e il coraggio di rompere le regole. Per esempio non gli interessa che i calici per servire il vino non siano quelli canonici, a lui sono piaciuti dei bellissimi calici rossi e li ha voluti nel suo locale e nonostante le critiche degli intenditori continua a servire il vino così...Mi piace molto questo coraggio di infrangere le regole per seguire le proprie idee sapendo che il farlo renderà la vita meno semplice...

Ma parliamo del locale. Già dall'esterno attira l'attenzione: posizionato in una tranquilla piazzetta alle spalle della Fiera con le sue tende nere ed i lampioncini old fashion, sembra che sia atterrato lì direttamente da Place de la Concorde. Stile elegante ma sobrio. La porta girevole all'ingresso originale del secolo scorso richiama i grand'hotel di una volta e inizia già a dare l'aria leggermente retrò di questo locale.


joie de vivre bistro, milano, ristorante

Entrando si ha subito la piacevole impressione di un posto raffinato ed intimo. Gli interni si adattano ad una cenetta romantica, ma sono perfetti anche per una piacevole serata tra amici o in famiglia. E' interessante vedere come uno stesso posto si presti a così tante situzioni diverse proprio grazie alla cura dei particolari che lo rende impeccabile ma senza mettere in soggezione, anzi ti fa sentire perfettamente a tuo agio. Appena seduta ho apprezzato tantissimo la comodità della seduta in pelle e soprattutto la proporzione con il tavolo, leggermente più basso della norma, fatto fare così appositamente per una maggiore sensazione di comfort e rilassatezza. Poi, da amante dei bicchieri, devo dire che sono rimasta affascinata dalla cristalleria presente sui tavoli. Bicchieri retrò che si abbinavano perfettamente con il resto dell'ambiente così come le lampade sui tavolini. Poi una chicca che ti fa sentire subito in vacanza: il piattino del pane e il burro. Chissà perchè in Italia non abbiamo questa piacevolissima tradizione...

Il menù è stata un'altra bella sorpresa, tante (ma non troppe) proposte tutte interessanti e che coprono i gusti di un vasto pubblico. Cucina prettamente di pesce, con qualche proposta di carne, è come dicevo di ispirazione mediterranea. Si intravedono nette e chiare le origini del sud Italia del Patron che ci ha svelato stabilisce il menù a quattro mani con il suo chef sardo...

Per iniziare ho magnanimamente ceduto a Giò il mio antipasto, ovvero il piatto che in assoluto mi è piaciuto di più, un connubio inusuale: una tartare di gambero rosso accompagnata da un sorbetto al limone. Abbinamento riuscitissimo. Io ho ripiegato come antipasto sui gamberi alla catalana, ma pur molto buoni, sono stata un pò delusa dato che mi aspettavo un piatto più vicino alla catalana a cui il nome faceva riferimento. Di primo abbiamo assaggiato i ravioli neri con ripieno di crostacei conditi con un una salsa allo zafferano e semi di papavero. Anche questi ottimi, sia dal punto di vista del gusto sia dal punto di vista della creatività. Mi è piaciuto molto il tocco dei semi di papavero. Altro primo che ho assaggiato sono stai i paccheri con i moscardini (come facevo a non sceglierli visto che adoro i moscardini?) con cipolla fritta. L'abbinamento mi intrigava parecchio e devo dire che è molto riuscito. Peccato però che le cipolle, pur buone, non avevano quella bella croccantezza che avrebbe reso eccellente il piatto. Da lode anche il dolce: un classico, ma sempre ottimo, tortino al cioccolato con il cuore morbido perfettamente realizzato.

Giudizio finale: sette pieno considerando l'estrema piacevolezza dell'ambiente, la creatività del menù e soprattutto il rapporto qualità/prezzo. Una cena a prezzi accessibili, con piatti alla carta intorno ai 10-18 euro ed un menù degustazione intorno ai 45 euro, si può passare una piacevolissima serata.
Avrei voluto dare di più come giudizio finale, ma ha pesato la realizzazione dei piatti leggermente altalenante: da portate  (almeno quelli provati da noi) intriganti e ben eseguiti  a piatti buoni e basta. Credo che in questo la giovane età del locale appena inaugurato si faccia sentire e che ci sia tutto lo spazio per crescere, e se la cucina crescesse ancora un po' di livello, il giudizio salirebbe notevolmente...Mi toccherà tornarci per controllare!!